Ecco tutto il programma della giornata di OPEN DAY della scuola PRIMAVERA DANCE ACCADEMY!!!
Tutte le informazioni le potete trovare qui
VENITE NUMEROSISSIMI!!!!
DANZA COME LIBERTA'
lunedì 5 settembre 2011
lunedì 29 agosto 2011
domenica 28 agosto 2011
GRANDISSIMO EVENTO: OPEN DAY DELLA SCUOLA DI DANZA PRIMAVERA!!!!
ORA: domenica 18 settembre · 10.00 - 18.30
Luogo Primavera Dance Academy
Via Palladio 15
Cinisello Balsamo, Itayl>
Lezioni aperte ed esibizioni.
Ciaoooooo a tutti !!!!!.....intervenite numerosi a questa mitica giornata di Festa....di Balli.....di Musica e di allegria.....la NOSTRA scuola e' da vivere perche' siamo tanti e vogliamo essere ancora di piu'....perche' siamo pieni di talento e lo saremo sempre di piu' grazie alla professionalita' della nostra Direttrice e di tutti/e le/gli insegnanti.....perche' siamo allegri....simpatici.....solari....e anche pazzi.... folli quanto basta.......e lo saremo ancora di piu' in questo nuovo anno che sta per iniziare.
Venite a trovarci e sarete conquistati da questa scuola e da tutti noi !!!!! Vi aspettiamoooooooo.......ciaooooooooooooooooooo !!!!!
DOVE PUOI TROVARE TUTTE LE INFORMAZIONI NECESSARIE...
Luogo Primavera Dance Academy
Via Palladio 15
Cinisello Balsamo, Itayl>
Lezioni aperte ed esibizioni.
Ciaoooooo a tutti !!!!!.....intervenite numerosi a questa mitica giornata di Festa....di Balli.....di Musica e di allegria.....la NOSTRA scuola e' da vivere perche' siamo tanti e vogliamo essere ancora di piu'....perche' siamo pieni di talento e lo saremo sempre di piu' grazie alla professionalita' della nostra Direttrice e di tutti/e le/gli insegnanti.....perche' siamo allegri....simpatici.....solari....e anche pazzi.... folli quanto basta.......e lo saremo ancora di piu' in questo nuovo anno che sta per iniziare.
Venite a trovarci e sarete conquistati da questa scuola e da tutti noi !!!!! Vi aspettiamoooooooo.......ciaooooooooooooooooooo !!!!!
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RICOMINCIARE A DANZARE.. RICOMINCIARE A SOGNARE!!!!
buongiorno a tutti è da un pò che non scrivo.. ma è successa una cosa che non avrei mai sperato che succedesse.. ho ripreso a DANZARE!!!! Ed è stato un momento speciale ritrovarsi dopo anni su un palco.. che mi ha ricordato la cosa che amo di più!!!.. Spero che anche a tutti voi appassionai di questa bellissima forma d'arte.. possa capitarvi una cosa del genere!!!!
martedì 24 maggio 2011
lunedì 23 maggio 2011
UN CENNO DI STORIA..
Un "classico" della Danza
Premessa
Dopo il Rinascimento la danza trovò il suo grande protettore in Luigi XIV di Francia, detto il Re Sole, che permise ai migliori artisti di lavorare senza preoccupazioni, garantendo loro un vero e proprio stipendio. Ottimo ballerino lui stesso, il Re Sole nobilitò con la sua presenza i balletti di corte e si servì, tra gli altri, del compositore di origine italiana Giovanni Battista Lulli. I soggetti erano quasi tutti ispirati ai miti greci e latini, rielaborati per celebrare la figura del re e il trionfo delle arti. Anche il celebre commediografo Molière (che aveva collaborato ai soggetti di diversi spettacoli di danza) usò il balletto come "intervallo" tra un atto e l'altro delle sue commedie. E proprio Molière creò una forma di spettacolo che rappresenta un passo avanti verso la nascita del balletto classico moderno: la comédie ballet (commedia balletto), rappresentazione teatrale in cui la danza non serviva solo da riempitivo, ma accompagnava le parti recitate.
Dopo la morte di Luigi XIV, avvenuta nel 1715, il balletto conobbe un periodo di declino e tornarono alla ribalta le danze di corte, come i minuetti e le gavotte da eseguirsi durante le feste. Le compagnie che presentavano spettacoli di pantomima danzata e di balletto si esibivano soprattutto nei teatri, dove gli spettacoli brillanti e divertenti incontravano il gusto del pubblico; la danza, insomma, era considerata una forma di spettacolo particolarmente frivolo e "leggero". In questo periodo il balletto resta nelle mani delle prime grandi professioniste, che divennero stelle invidiate e ammirate in tutte le corti d'Europa e ridonarono nuovo prestigio alla danza. Nel 1726 debutto all'Opéra di Parigi la sedicenne Marie Anne Cupis de Camargo, destinata a diventare las più grande " virtuosa" d'Europa:a quanto pare riusciva ad eseguire salti, piroette, e passi difficilissimi, che nessuno era mai stato capace di eseguire. Fu lei, inoltre, la prima ad accorciare la lunghezza dei costumi di scena, in modo da potersi muovere con più scioltezza. Furono le grandi virtuose e i loro maestri che, nel XVIII secolo, svilupparono la tecnica della danza classica; nello stesso periodo i maestri di danza italiani diffondevano l'arte del balletto anche in Austria e Russia.
Nel 1760 Jean Georges Noverre pubblicò il trattato "Lettere sulla danza" nel quale invocava l'unità di danza, musica e scenografia e l'eliminazione delle danze per proprio piacere. Nella sua riforma Noverre portò ad una divisione netta tra danza meccanica e danza d'azione intendendo egli per la prima la danza che si affidava al puro tecnicismo e per la seconda quella che si basava su un racconto che per essere capito aveva bisogno dell'apporto sia della pantomima che della danza pura e quindi necessitava di sentimento, espressività ed energia capace di commuovere ed interessare.
In polemica col Noverre fu il fiorentino Gasparo Angiolini (1731-1803), il coreografo italiano che contribuì all'evoluzione pantomimica della danza (misurata per l'italiano, camminata per il francese), il quale rimproverava al suo collega francese, nelle sue Lettere sopra i Balli Pantomimi (1773), di essere troppo concettuoso affermando egli che l'opera del coreografo dovesse basarsi soprattutto sull'ispirazione e sull'estro creativo e non dovesse essere condizionata dai precetti. La danza stava rompendo col Classicismo e stava per entrare nell'epoca che l'avrebbe vista protagonista, l'epoca romantica.
Verso il balletto romantico
La rivoluzione francese non risparmiò neanche il mondo della danza, che fu investita dalle conseguenze di questo evento storico. Già nel 1792, il 2 ottobre, a Parigi si rappresentò Offrande à la Liberté, la cui coreografia era composta sulla musica della Marsigliese. Dal punto di vista contenutistico, si tendeva ad abbandonare i temi mitologici per calarsi nella realtà, introducendo trame e problematiche intese ad avvicinare i diversi ceti sociali fra di loro. Il ballo mitologico, non scompariva completamente, ma presentava agganci significativi a tematiche sociali ed umane. Accanto ad esso si accompagnavano il ballo storico (con particolare riferimento al mondo dell'impero romano), il ballo eroico, il ballo tragico. I personaggi che ruotavano intorno a ques'arte fuorono costretti ad una sorta di diaspora per l'Europa, verso nazioni più comprensive verso gli artisti, come non lo era allora la Francia repubblicana: il francese Jean Georges Noverre, maestro di ballo dell'Opéra, dovette emigrare in Inghilterra, dove terminò la sua carriera come coreografo del Teatro di Drury Lane di Londra, mentre il ballerino italiano Gaetano Vestris, anche lui maestro di ballo dell'Opéra, dopo la rivoluzione perse la sua pensione reale e si trovò in gravi difficoltà economiche.
L'Ottocento lo si può considerare il secolo della ballettomania, con la nascita di teatri e scuole di danza "professioniste"annesse, come accadde a Mosca, nel 1805, quando venne aperto il Teatro Bolshoi. Durante la prima metà del XIXº secolo fu ancora un Italiano, il ballerino napoletano Salvatore Viganò, che realizzò e sviluppò le idee nuove espresse da Noverre nelle sue lettere sulla danza. Nei balletti creati da Viganò, infatti, il virtuosismo tecnico e la pantomima non erano due momenti di spettacolo separati, ma si fondevano in un'unica, nuova forma di spettacolo, molto vicina al balletto classico romantico, il "coreodramma" cioè l'azione espressa in termini di danza. I balletti che Viganò rappresentò alla Scala di Milano impressionarono profondamente anche lo scrittore francese Stendhal, che descrive il lavoro meticoloso del grande coreografo e la cura che metteva nelle sue creazioni.
Il 10 giugno 1822, a Vienna, debuttò come prima ballerina Maria Taglioni, che nel balletto "La Silphide" indossò per prima le scarpette da punta e il tutù romantico, diventando il simbolo del balletto classico ottocentesco; grandi poeti e scrittore ispiravano o scrivevano i soggetti dei nuovi spettacoli di danza; i più grandi musicisti creavano partiture che ancor oggi sono la base del grande repertorio classico.
Il balletto conobbe il suo periodo di maggiore splendore, anche perché il Romanticismo scelse questa forma di spettacolo per esprimere i suoi ideali artistici. Basti pensare a balletti come "Giselle" o "La Silphide", dove i personaggi vivono storie d'amore romantiche e tragiche, al confine tra realtà e sogno, tra storia e leggenda. Sul piano formale e stilistico si sviluppava il concetto di danza come linguaggio artistico del corpo, capace di raggiungere le somme vette del dramma e della poesia. I maggiori centri di elaborazione coreutica furono Parigi, Vienna, Stoccarda. Si portò a compimento quel processo iniziato negli ultimi decenni del XVIIIº secolo, che vedeva il ruolo del maitre de ballets trasformarsi da ordinatore di danze a coreografo vero e proprio. Si poneva in termini seri il problema del rapporto tra le musiche e le danze. C'erano i sostenitori della ballabilità di qualsiasi musica. C'era invece chi, al fine di esaltare il ruolo primario della danza come fatto espressivo, riteneva giusto che fossero composte delle musiche ad hoc per i singoli balletti. Altri preferivano utilizzare le grandi composizioni musicali come base per le danze, senza sottilizzare su problemi di compatibilità. Le nuove tendenze e l'insieme delle problematiche connesse erano i chiari elementi della caratterizzazione romantica della danza ottocentesca. Anche in Russia, nella seconda metà del XIXº secolo, l'arte del balletto acquistò grandissima importanza. Il merito fu soprattutto di un Italiano, il grande ballerino e maestro Enrico Cecchetti, che, dopo essersi esibito in tutta Europa e negli Stati Uniti, si trasferì in Russia, dove gli zar erano diventati grandi protettori della danza, e divenne il Maestro della Scuola di Danza Imperiale. Sarà proprio Cecchetti a formare la prima grande generazione di ballerini russi: insegnante al Teatro Imperiale di Pietroburgo e direttore del balletto della Scuola Imperiale di Varsavia, avrà tra i suoi allievi Anna Pavlova, Michel Fokine e Vaslav Nijiski. In questo periodo il ballerino e maestro di danza Marius Petipa diventò direttore della compagnia di balletto di Pietroburgo: fu lui a creare con il musicista Piotr Il'ic Ciaikovski "La bella Addormentata", lo "Schiaccianoci" e " Il lago dei cigni", che restano i più famosi tra i balletti classici. I ballerini russi che uscivano dalla Scuola Imperiale erano ormai considerati i più bravi del mondo, e proprio in quegli anni si formò la generazione di danzatori che avrebbero dato vita alla famosa compagnia di balletto Diaghilev.
L'epoca dei Ballets Russes
Nel 1909 qualcosa accadde: l'impresario russo Diaghilev decise di portare a Parigi una compagnia costituita di ballerini scelti fra i migliori elementi dei due teatri: il Bol'šoj moscovita e il Marijinskij pietroburghese. L'esordio avvenne la sera del 18 maggio 1909 al Théâtre du Châtelet con il seguente programma Le Pavillon d'Armide , le Danze Polovesiane da Il principe Igor di Borodin e Le Festin con musiche di autori vari. Un avvenimento per la singolarità e l'eccezionalità del procedimento teatrale: tre balletti anziché un `ballo grande' che occupasse l'intera serata, alla maniera ottocentesca. Diaghilev si rese subito conto che di lì era nato il balletto moderno e una delle compagnie di maggior prestigio di sempre,Les Ballettes Russes, portatori d'innovazione La prima guerra mondiale tagliò Diaghilev fuori dalla Russia ma le tournée europee continuarono e la compagnia poté effettuare anche un viaggio negli Usa (1916-17). Anni duri, difficili per ragioni finanziarie ma Diaghilev riusciva a riemergere ogni volta e a riottenere scritture per la sua compagnia. I più grandi artisti del momento da Cocteau a Picasso, da Stravinskij a Fokine, da Massine a Balanchine, dai due fratelli Bronislava Nijinska e il fragile Vaslav Nijinskij riuscirono, nella completa fusione delle espressioni, a creare qualcosa di memorabile e di duraturo che viaggiò per i cammini del mondo e che, con il passare del tempo, non si disperse ma si rinforzò grazie alla forza, alla bontà dell'ispirazione. Si potrebbero classificare con i nomi dei vari coreografi le fasi della compagnia: Fokine (1909-12 e 1914); Nijinskij (1913); Massine (1915-1920 e 1925-1928); Nijinska (1922-1926); Balanchine (1926-1929). Quindi anche un periodo russo, un altro francese, ancora un altro delle avanguardie storiche con il quale prematuramente si chiuse un ciclo utile al rinnovamento della danza d'arte, alla perfetta fusione degli elementi artistici arrivando cos&i grave; al vagheggiato balletto moderno. Fra i ballerini si leggono i nomi di Pavlova, Karsavina, Nijinskij, Nijinska, Mordkin, Bolm, Spessivtseva, Danilova, Dolin, Lifar, Balanchine.
Michel Fokine (vedi anche la danza moderna), primo coreografo dei Ballets Russes fu uno dei pi� importanti della sua epoca. Per le sue innovazioni, fu il precursore dello stile neoclassico che mise in opera in modo assai vario, grazie alla sua cultura e alla molteplicit� dei suoi interessi: percep� che il balletto doveva trovare nuove forme di espressione. Ne "Aci e Galatea" applic� la sua teoria preferita, secondo la quale si doveva trovare un nuovo stile di movimento per ogni danza; quindi per una danza di fauni, invece di usare la tecnica accademica, ricorse ad un movimento acrobatico, pieno di capriole, interpretati da Vaslav Nijinsky. Le idee di Fokine si divulgarono attraverso i suoi insegnamenti. Ma�tre de ballet molto apprezzato, non si accontentava di trasmettere una tecnica perfetta, ma obbligava i suoi allievi a dare un senso ad ogni passo che stavano eseguendo, formando cos� degli interpreti completi. Vaslav Nijinsky seguendo le tracce del suo mastro Fokine decise di abbandonare la danza accademica e di concepire un nuovo tipo di movimento. L'illusoria leggerezza e facilit� del balletto classico lasciano il posto a un senso di pesantezza; la simmetria viene eliminata; per esprimere la qualit� arcaica della musica vengono introdotte sequenze ripetitive camminando, battendo a terra i piedi, e con salti pesanti. Bench� molti dei contemporanei considerassero le sperimentazioni di Vaslav Nijinsky come una strada a senso unico, dal punto di vista artistico le sue idee innovative sono state oggi ampiamente rivalutate. La prima fase dei Ballets Russes si concluse verso il 1914 con l'allontanamento di Nijinsky e di Fokine, per poi terminare definitivamente nel 29 con la morte di Diaghilev e la partenza di Balanchine, ultimo coreografo dei B.R, per l'America. Qua gli vennero offerte la direzione della Scuola e della Compagnia dell'American Ballet di New York. Negli Stati Uniti Balanchine collaborò anche alla creazione della compagnia della Ballet Society, che nel 1948 divenne il New York City Ballet: questa e l' American Ballet sono a tutt'oggi i depositari del lavoro di Balanchine, cio� del suo stile e del suo repertorio.
"Riflessione"
Il balletto dell'età romantica predilige la passione amorosa che spesso è causa di dolori e sofferenze. Giovanni Calendoli sottolinea che un altro aspetto tipico del balletto romantico è "quello costituito dalle misteriose corrispondenze, non controllabili razionalmente, che si stabiliscono tra l'esistenza terrena e un aldilà popolato di anime inquiete, di dèmoni, di fantasmi, di esseri immateriali". (Calendoli Giovanni, Storia universale della danza, Milano, Mondadori, 1985). Calendoli spiega perchè nell'Ottocento sono le ballerine a calcare con maggior successo i palchi dei teatri rispetto ai ballerini: "La danza, nella quale questi temi romantici trovano il modo di esprimersi più intensamente, è la danza alla quale si abbandonano appunto le creature che, bruciate dalla passione, non hanno più peso e attraversano come rapide falene gli spazi aerei, avvolte da veli evanescenti. Sulla scena creature siffatte non possono che danzare sulle punte. La danza sulle punte è propria dell'età romantica e riguarda specificamente la ballerina, che acquista una supremazia sul ballerino ".
"... la creatura femminile appare più adatta a impersonare la visione della vita romantica o, meglio, quegli aspetti di essa che la danza predilige". (Calendoli Giovanni, op. cit.).
La danza sulle punte dà una sensazione di leggerezza ai movimenti: una sensazione di sofferta e poetica elevazione verso l'alto, che non ha nulla a che vedere con il salto o con quell'accenno al volo usato nel rinascimento e nell'età barocca.
Premessa
Dopo il Rinascimento la danza trovò il suo grande protettore in Luigi XIV di Francia, detto il Re Sole, che permise ai migliori artisti di lavorare senza preoccupazioni, garantendo loro un vero e proprio stipendio. Ottimo ballerino lui stesso, il Re Sole nobilitò con la sua presenza i balletti di corte e si servì, tra gli altri, del compositore di origine italiana Giovanni Battista Lulli. I soggetti erano quasi tutti ispirati ai miti greci e latini, rielaborati per celebrare la figura del re e il trionfo delle arti. Anche il celebre commediografo Molière (che aveva collaborato ai soggetti di diversi spettacoli di danza) usò il balletto come "intervallo" tra un atto e l'altro delle sue commedie. E proprio Molière creò una forma di spettacolo che rappresenta un passo avanti verso la nascita del balletto classico moderno: la comédie ballet (commedia balletto), rappresentazione teatrale in cui la danza non serviva solo da riempitivo, ma accompagnava le parti recitate.
Dopo la morte di Luigi XIV, avvenuta nel 1715, il balletto conobbe un periodo di declino e tornarono alla ribalta le danze di corte, come i minuetti e le gavotte da eseguirsi durante le feste. Le compagnie che presentavano spettacoli di pantomima danzata e di balletto si esibivano soprattutto nei teatri, dove gli spettacoli brillanti e divertenti incontravano il gusto del pubblico; la danza, insomma, era considerata una forma di spettacolo particolarmente frivolo e "leggero". In questo periodo il balletto resta nelle mani delle prime grandi professioniste, che divennero stelle invidiate e ammirate in tutte le corti d'Europa e ridonarono nuovo prestigio alla danza. Nel 1726 debutto all'Opéra di Parigi la sedicenne Marie Anne Cupis de Camargo, destinata a diventare las più grande " virtuosa" d'Europa:a quanto pare riusciva ad eseguire salti, piroette, e passi difficilissimi, che nessuno era mai stato capace di eseguire. Fu lei, inoltre, la prima ad accorciare la lunghezza dei costumi di scena, in modo da potersi muovere con più scioltezza. Furono le grandi virtuose e i loro maestri che, nel XVIII secolo, svilupparono la tecnica della danza classica; nello stesso periodo i maestri di danza italiani diffondevano l'arte del balletto anche in Austria e Russia.
Nel 1760 Jean Georges Noverre pubblicò il trattato "Lettere sulla danza" nel quale invocava l'unità di danza, musica e scenografia e l'eliminazione delle danze per proprio piacere. Nella sua riforma Noverre portò ad una divisione netta tra danza meccanica e danza d'azione intendendo egli per la prima la danza che si affidava al puro tecnicismo e per la seconda quella che si basava su un racconto che per essere capito aveva bisogno dell'apporto sia della pantomima che della danza pura e quindi necessitava di sentimento, espressività ed energia capace di commuovere ed interessare.
In polemica col Noverre fu il fiorentino Gasparo Angiolini (1731-1803), il coreografo italiano che contribuì all'evoluzione pantomimica della danza (misurata per l'italiano, camminata per il francese), il quale rimproverava al suo collega francese, nelle sue Lettere sopra i Balli Pantomimi (1773), di essere troppo concettuoso affermando egli che l'opera del coreografo dovesse basarsi soprattutto sull'ispirazione e sull'estro creativo e non dovesse essere condizionata dai precetti. La danza stava rompendo col Classicismo e stava per entrare nell'epoca che l'avrebbe vista protagonista, l'epoca romantica.
Verso il balletto romantico
La rivoluzione francese non risparmiò neanche il mondo della danza, che fu investita dalle conseguenze di questo evento storico. Già nel 1792, il 2 ottobre, a Parigi si rappresentò Offrande à la Liberté, la cui coreografia era composta sulla musica della Marsigliese. Dal punto di vista contenutistico, si tendeva ad abbandonare i temi mitologici per calarsi nella realtà, introducendo trame e problematiche intese ad avvicinare i diversi ceti sociali fra di loro. Il ballo mitologico, non scompariva completamente, ma presentava agganci significativi a tematiche sociali ed umane. Accanto ad esso si accompagnavano il ballo storico (con particolare riferimento al mondo dell'impero romano), il ballo eroico, il ballo tragico. I personaggi che ruotavano intorno a ques'arte fuorono costretti ad una sorta di diaspora per l'Europa, verso nazioni più comprensive verso gli artisti, come non lo era allora la Francia repubblicana: il francese Jean Georges Noverre, maestro di ballo dell'Opéra, dovette emigrare in Inghilterra, dove terminò la sua carriera come coreografo del Teatro di Drury Lane di Londra, mentre il ballerino italiano Gaetano Vestris, anche lui maestro di ballo dell'Opéra, dopo la rivoluzione perse la sua pensione reale e si trovò in gravi difficoltà economiche.
L'Ottocento lo si può considerare il secolo della ballettomania, con la nascita di teatri e scuole di danza "professioniste"annesse, come accadde a Mosca, nel 1805, quando venne aperto il Teatro Bolshoi. Durante la prima metà del XIXº secolo fu ancora un Italiano, il ballerino napoletano Salvatore Viganò, che realizzò e sviluppò le idee nuove espresse da Noverre nelle sue lettere sulla danza. Nei balletti creati da Viganò, infatti, il virtuosismo tecnico e la pantomima non erano due momenti di spettacolo separati, ma si fondevano in un'unica, nuova forma di spettacolo, molto vicina al balletto classico romantico, il "coreodramma" cioè l'azione espressa in termini di danza. I balletti che Viganò rappresentò alla Scala di Milano impressionarono profondamente anche lo scrittore francese Stendhal, che descrive il lavoro meticoloso del grande coreografo e la cura che metteva nelle sue creazioni.
Il 10 giugno 1822, a Vienna, debuttò come prima ballerina Maria Taglioni, che nel balletto "La Silphide" indossò per prima le scarpette da punta e il tutù romantico, diventando il simbolo del balletto classico ottocentesco; grandi poeti e scrittore ispiravano o scrivevano i soggetti dei nuovi spettacoli di danza; i più grandi musicisti creavano partiture che ancor oggi sono la base del grande repertorio classico.
Il balletto conobbe il suo periodo di maggiore splendore, anche perché il Romanticismo scelse questa forma di spettacolo per esprimere i suoi ideali artistici. Basti pensare a balletti come "Giselle" o "La Silphide", dove i personaggi vivono storie d'amore romantiche e tragiche, al confine tra realtà e sogno, tra storia e leggenda. Sul piano formale e stilistico si sviluppava il concetto di danza come linguaggio artistico del corpo, capace di raggiungere le somme vette del dramma e della poesia. I maggiori centri di elaborazione coreutica furono Parigi, Vienna, Stoccarda. Si portò a compimento quel processo iniziato negli ultimi decenni del XVIIIº secolo, che vedeva il ruolo del maitre de ballets trasformarsi da ordinatore di danze a coreografo vero e proprio. Si poneva in termini seri il problema del rapporto tra le musiche e le danze. C'erano i sostenitori della ballabilità di qualsiasi musica. C'era invece chi, al fine di esaltare il ruolo primario della danza come fatto espressivo, riteneva giusto che fossero composte delle musiche ad hoc per i singoli balletti. Altri preferivano utilizzare le grandi composizioni musicali come base per le danze, senza sottilizzare su problemi di compatibilità. Le nuove tendenze e l'insieme delle problematiche connesse erano i chiari elementi della caratterizzazione romantica della danza ottocentesca. Anche in Russia, nella seconda metà del XIXº secolo, l'arte del balletto acquistò grandissima importanza. Il merito fu soprattutto di un Italiano, il grande ballerino e maestro Enrico Cecchetti, che, dopo essersi esibito in tutta Europa e negli Stati Uniti, si trasferì in Russia, dove gli zar erano diventati grandi protettori della danza, e divenne il Maestro della Scuola di Danza Imperiale. Sarà proprio Cecchetti a formare la prima grande generazione di ballerini russi: insegnante al Teatro Imperiale di Pietroburgo e direttore del balletto della Scuola Imperiale di Varsavia, avrà tra i suoi allievi Anna Pavlova, Michel Fokine e Vaslav Nijiski. In questo periodo il ballerino e maestro di danza Marius Petipa diventò direttore della compagnia di balletto di Pietroburgo: fu lui a creare con il musicista Piotr Il'ic Ciaikovski "La bella Addormentata", lo "Schiaccianoci" e " Il lago dei cigni", che restano i più famosi tra i balletti classici. I ballerini russi che uscivano dalla Scuola Imperiale erano ormai considerati i più bravi del mondo, e proprio in quegli anni si formò la generazione di danzatori che avrebbero dato vita alla famosa compagnia di balletto Diaghilev.
L'epoca dei Ballets Russes
Nel 1909 qualcosa accadde: l'impresario russo Diaghilev decise di portare a Parigi una compagnia costituita di ballerini scelti fra i migliori elementi dei due teatri: il Bol'šoj moscovita e il Marijinskij pietroburghese. L'esordio avvenne la sera del 18 maggio 1909 al Théâtre du Châtelet con il seguente programma Le Pavillon d'Armide , le Danze Polovesiane da Il principe Igor di Borodin e Le Festin con musiche di autori vari. Un avvenimento per la singolarità e l'eccezionalità del procedimento teatrale: tre balletti anziché un `ballo grande' che occupasse l'intera serata, alla maniera ottocentesca. Diaghilev si rese subito conto che di lì era nato il balletto moderno e una delle compagnie di maggior prestigio di sempre,Les Ballettes Russes, portatori d'innovazione La prima guerra mondiale tagliò Diaghilev fuori dalla Russia ma le tournée europee continuarono e la compagnia poté effettuare anche un viaggio negli Usa (1916-17). Anni duri, difficili per ragioni finanziarie ma Diaghilev riusciva a riemergere ogni volta e a riottenere scritture per la sua compagnia. I più grandi artisti del momento da Cocteau a Picasso, da Stravinskij a Fokine, da Massine a Balanchine, dai due fratelli Bronislava Nijinska e il fragile Vaslav Nijinskij riuscirono, nella completa fusione delle espressioni, a creare qualcosa di memorabile e di duraturo che viaggiò per i cammini del mondo e che, con il passare del tempo, non si disperse ma si rinforzò grazie alla forza, alla bontà dell'ispirazione. Si potrebbero classificare con i nomi dei vari coreografi le fasi della compagnia: Fokine (1909-12 e 1914); Nijinskij (1913); Massine (1915-1920 e 1925-1928); Nijinska (1922-1926); Balanchine (1926-1929). Quindi anche un periodo russo, un altro francese, ancora un altro delle avanguardie storiche con il quale prematuramente si chiuse un ciclo utile al rinnovamento della danza d'arte, alla perfetta fusione degli elementi artistici arrivando cos&i grave; al vagheggiato balletto moderno. Fra i ballerini si leggono i nomi di Pavlova, Karsavina, Nijinskij, Nijinska, Mordkin, Bolm, Spessivtseva, Danilova, Dolin, Lifar, Balanchine.
Michel Fokine (vedi anche la danza moderna), primo coreografo dei Ballets Russes fu uno dei pi� importanti della sua epoca. Per le sue innovazioni, fu il precursore dello stile neoclassico che mise in opera in modo assai vario, grazie alla sua cultura e alla molteplicit� dei suoi interessi: percep� che il balletto doveva trovare nuove forme di espressione. Ne "Aci e Galatea" applic� la sua teoria preferita, secondo la quale si doveva trovare un nuovo stile di movimento per ogni danza; quindi per una danza di fauni, invece di usare la tecnica accademica, ricorse ad un movimento acrobatico, pieno di capriole, interpretati da Vaslav Nijinsky. Le idee di Fokine si divulgarono attraverso i suoi insegnamenti. Ma�tre de ballet molto apprezzato, non si accontentava di trasmettere una tecnica perfetta, ma obbligava i suoi allievi a dare un senso ad ogni passo che stavano eseguendo, formando cos� degli interpreti completi. Vaslav Nijinsky seguendo le tracce del suo mastro Fokine decise di abbandonare la danza accademica e di concepire un nuovo tipo di movimento. L'illusoria leggerezza e facilit� del balletto classico lasciano il posto a un senso di pesantezza; la simmetria viene eliminata; per esprimere la qualit� arcaica della musica vengono introdotte sequenze ripetitive camminando, battendo a terra i piedi, e con salti pesanti. Bench� molti dei contemporanei considerassero le sperimentazioni di Vaslav Nijinsky come una strada a senso unico, dal punto di vista artistico le sue idee innovative sono state oggi ampiamente rivalutate. La prima fase dei Ballets Russes si concluse verso il 1914 con l'allontanamento di Nijinsky e di Fokine, per poi terminare definitivamente nel 29 con la morte di Diaghilev e la partenza di Balanchine, ultimo coreografo dei B.R, per l'America. Qua gli vennero offerte la direzione della Scuola e della Compagnia dell'American Ballet di New York. Negli Stati Uniti Balanchine collaborò anche alla creazione della compagnia della Ballet Society, che nel 1948 divenne il New York City Ballet: questa e l' American Ballet sono a tutt'oggi i depositari del lavoro di Balanchine, cio� del suo stile e del suo repertorio.
"Riflessione"
Il balletto dell'età romantica predilige la passione amorosa che spesso è causa di dolori e sofferenze. Giovanni Calendoli sottolinea che un altro aspetto tipico del balletto romantico è "quello costituito dalle misteriose corrispondenze, non controllabili razionalmente, che si stabiliscono tra l'esistenza terrena e un aldilà popolato di anime inquiete, di dèmoni, di fantasmi, di esseri immateriali". (Calendoli Giovanni, Storia universale della danza, Milano, Mondadori, 1985). Calendoli spiega perchè nell'Ottocento sono le ballerine a calcare con maggior successo i palchi dei teatri rispetto ai ballerini: "La danza, nella quale questi temi romantici trovano il modo di esprimersi più intensamente, è la danza alla quale si abbandonano appunto le creature che, bruciate dalla passione, non hanno più peso e attraversano come rapide falene gli spazi aerei, avvolte da veli evanescenti. Sulla scena creature siffatte non possono che danzare sulle punte. La danza sulle punte è propria dell'età romantica e riguarda specificamente la ballerina, che acquista una supremazia sul ballerino ".
"... la creatura femminile appare più adatta a impersonare la visione della vita romantica o, meglio, quegli aspetti di essa che la danza predilige". (Calendoli Giovanni, op. cit.).
La danza sulle punte dà una sensazione di leggerezza ai movimenti: una sensazione di sofferta e poetica elevazione verso l'alto, che non ha nulla a che vedere con il salto o con quell'accenno al volo usato nel rinascimento e nell'età barocca.
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venerdì 15 aprile 2011
POESIA DI FRANCESCA BIGINI
SENSAZIONI

SENSAZIONI
la danza è forza, amore, passione e tenacia
la danza è vita
la danza è la tua amica del cuore
la danza è il tuo rifugio nei momenti difficili
la danza è gioia nei momenti felici
la danza è in te: basta afferrarla
la danza è vita
la danza è la tua amica del cuore
la danza è il tuo rifugio nei momenti difficili
la danza è gioia nei momenti felici
la danza è in te: basta afferrarla
12 luglio 2002
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